Lav 71
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- Publication date
- 2016-12-17
- Item Size
- 42.0M
Per me la musica e l'arte in generale sono il modo per comunicare l'incomunicabile. Tanto più le emozioni che vivo trascendono la razionalità del significato, tanto più sarà necessario un processo artistico creativo e sperimentale per comunicarle. I momenti della vita che incantano le mie percezioni non sono paesaggi mozzafiato od eventi socialmente sorprendenti, ma attimi in cui mi ritrovo spaesato, stupito, nudo di fronte alla realtà che mi circonda. Quattro di questi momenti sono racchiusi in questi quattro pezzi.
Il primo "notturno" descrive il piacere di sedersi sull'erba della storica collina di Sherwood Festival, perdersi tra l'aria estiva, le luci e l'umanità che frequenta questo splendido luogo. Passarvi una serata mi ha sempre offerto un senso di pace e serenità, una sorta di riappacificazione col mondo, un lieto fine contrapposto alle difficoltà della routine quotidiana che ci distrae dalla Bellezza.
La seconda composizione trae spunto dalle notti d'estate passate al lago di Caldonazzo, dal senso di spaesamento e di "apertura percettiva" generati dal silenzio, dallo sbalzo termico, dal cielo notturno di montagna, dai riflessi delle luci sull'acqua nera, metallica....
Il terzo pezzo è stato pensato ricordando una lunghissima serata di fine agosto; il pezzo esalta il contrasto tra l'atmosfera della discoteca e quello dell'ultima chiacchierata in terrazza con gli amici, che si è inconsapevolmente protratta fino all'alba. Ricordo che mentre parlavamo ho notato il cielo rosa, la mia mente ha vagato e mi sono detto "scriverò una canzone su questo momento".
Il quarto "notturno" è stato il primo dei quattro pezzi che ho concluso; è l'unico che ho cominciato a comporre senza la precisa volontà di descrivere un momento: stavo sperimentando su alcuni concetti di drone music, ma scrivendo ed ascoltando il tappeto sonoro che si creava capii che mi stavo fondendo con la musica, che ogni singolo parametro del suono era infinitamente importante per la caratterizzazione dell'emozione che scaturiva: il mio stato d'animo influenzava il suono ed il suono influenzava il mio stato d'animo. Col passare del tempo, mi persi nella consapevolezza che la mia stanza da studente universitario fosse una camera tra le infinite camere del centro di Padova, immersa nel silenzio notturno della città. Ho osservato con questa consapevolezza le dinamiche del fumo.
Il primo "notturno" descrive il piacere di sedersi sull'erba della storica collina di Sherwood Festival, perdersi tra l'aria estiva, le luci e l'umanità che frequenta questo splendido luogo. Passarvi una serata mi ha sempre offerto un senso di pace e serenità, una sorta di riappacificazione col mondo, un lieto fine contrapposto alle difficoltà della routine quotidiana che ci distrae dalla Bellezza.
La seconda composizione trae spunto dalle notti d'estate passate al lago di Caldonazzo, dal senso di spaesamento e di "apertura percettiva" generati dal silenzio, dallo sbalzo termico, dal cielo notturno di montagna, dai riflessi delle luci sull'acqua nera, metallica....
Il terzo pezzo è stato pensato ricordando una lunghissima serata di fine agosto; il pezzo esalta il contrasto tra l'atmosfera della discoteca e quello dell'ultima chiacchierata in terrazza con gli amici, che si è inconsapevolmente protratta fino all'alba. Ricordo che mentre parlavamo ho notato il cielo rosa, la mia mente ha vagato e mi sono detto "scriverò una canzone su questo momento".
Il quarto "notturno" è stato il primo dei quattro pezzi che ho concluso; è l'unico che ho cominciato a comporre senza la precisa volontà di descrivere un momento: stavo sperimentando su alcuni concetti di drone music, ma scrivendo ed ascoltando il tappeto sonoro che si creava capii che mi stavo fondendo con la musica, che ogni singolo parametro del suono era infinitamente importante per la caratterizzazione dell'emozione che scaturiva: il mio stato d'animo influenzava il suono ed il suono influenzava il mio stato d'animo. Col passare del tempo, mi persi nella consapevolezza che la mia stanza da studente universitario fosse una camera tra le infinite camere del centro di Padova, immersa nel silenzio notturno della città. Ho osservato con questa consapevolezza le dinamiche del fumo.
- Addeddate
- 2016-12-17 02:57:27
- External_metadata_update
- 2019-04-12T20:58:07Z
- Identifier
- Lav71_StefanoPasqualin_notturni
- Scanner
- Internet Archive HTML5 Uploader 1.6.3
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